domenica 18 ottobre 2015

Craxi, Sigonella e l'indipendenza nazionale

Girano al solito inni al Craxi di Sigonella: lui sì che era un capo, che non abbassava la testa di fronte agli americani, ecc. Le cose sono pero' un po' piu' complicate. In nome dell'indipendenza dagli Usa (ma la guerra persa vorra' pur dire qualcosa, vedi il non riarmo di Giappone e Germania) non si possono sottacere anomalie di altro genere, come il patto segreto italo-palestinese anti-stragi in Italia degli anni '70 (in cambio della libera circolazione di loro armi e uomini, che non mi sembra il massimo come trasparenza e anche come indipendenza di un paese). Ci sono decine di articoli, e interviste con gli stessi leader dei movimenti che firmarono quegli accordi a confermarlo, chiunque puo' trovarli su Google, e quindi non mi ci soffermo oltre.
Craxi probabilmente opero' in nome di quel patto, non dell'indipendenza dell'Italia tout court.
Gli Usa pero', anche per il ruolo che oggettivamente hanno a livello internazionale (in ogni epoca storica c'e' qualcuno che lo svolge, spesso senza averlo desiderato), non potevano certo accettarlo e operarono come sempre avevano fatto in Italia, con il suo consenso. Solo che quella volta evidentemente C. non se la senti' di contravvenire al patto coi palestinesi. Questa e' l'unica spiegazione possibile.
Craxi non era un cretino, come certe semplificazioni irsute lasciano intendere.

mercoledì 14 ottobre 2015

Russia piu' debole o piu' forte?

Escono strani articoli in cui si attacca l'America e si inneggia alla Russia. La prima starebbe agli sgoccioli, la seconda sugli scudi, quanto a influenza in zone chiave. Ma guardando la realta' in faccia, sembra che le cose stiano un po' diversamente.
Lo dico per quel poco di esperienza che ho di questioni internazionali.
Di Irak, Libia, Iran e Siria, alla Russia resta come aggancio sicuro in M.O. solo la citta' di Damasco con il suo assediato leader e la base sulla costa, perche' anche l'Iran, con l'accordo recente con gli Usa sul nucleare, non e' piu' un alleato tanto sicuro. E con l'uscita di scena di Assad, che non puo' essere troppo lontana, visto che il territorio non lo controlla piu', perdera' anche la Siria.
La carta che sta giocando in questo momento, con prove di forza inutili quanto sgargianti, come i missili lanciati dal mar Caspio, sono un segnale di debolezza.
E se si guarda all'economia russa le cose sono ancora piu' chiare: alta inflazione, dipendenza dalle esportazioni, invecchiamento della popolazione, scarsa natalita'.
Le prove muscolari in politica estera a volte sono un segnale di crisi interna, piu' che prova di un maggiore ruolo internazionale.

Luciano Priori Friggi

Twitter : https://twitter.com/priorifriggi